Avrei tanto voluto che la giornata fosse tutta come la colazione, quando le persone sono ancora sintonizzate sui loro sogni e non è previsto che debbano affrontare il mondo esterno. Mi sono reso conto che io sono sempre così; per me non arriva mai il momento in cui, dopo una tazza di caffè o una doccia, mi sento improvvisamente pieno di vita, sveglio e in sintonia col mondo. Se si fosse sempre a colazione, io sarei a posto.
Un giorno questo dolore ti sarà utile, Peter Cameron
Per curiosità sono andata a sbirciare la data del mio ultimo post e quando ho visto che risale al 29 gennaio 2021, ho strabuzzato gli occhi e sono saltata sulla sedia. Possibile che siano passati già (quasi) due mesi? Mamma mia… sento che mi sto perdendo. Il tempo che passa, ormai, sembra diventato un dettaglio in mezzo al nulla. Ma d’altro canto, davanti a giorni che appaiono tutti l’uno la copia dell’altro, è facile disorientarsi e perdere il segno.
Mi sento stanca e soprattutto rallentata, sfiancata da tutto questo “non far nulla” perenne. Un loop in ogni ambito: vita privata, lavoro, notizie, discorsi, scelta delle parole… tutto. Una sorta di plagio costante, qualcosa che somiglia molto a una tortura psicologica che, goccia dopo goccia, giorno dopo giorno, sta ridisegnando il nostro modo di pensare e di vivere e noi, ormai stanchi e devastati, subiamo, senza avere più la forza di opporci.
Probabilmente anche stanchi di imbarcarci in discussioni vuote e sterili con i “so tutto io” di turno, candide pecorelle bianche, incapaci di vedere oltre la propria paura irrazionale di morire che, peraltro, parlando di morte fisica, appare come un’eventualità piuttosto remota. Mentre TUTTI, in realtà, tranne i soliti privilegiati, stiamo morendo un po’ di più, ogni giorno che passa.
Parlo di quella che per me è la morte peggiore, quella emotiva e psicologica. Quella che a molti, troppi, sta togliendo anche la dignità. Ci stiamo spegnendo e probabilmente siamo così assuefatti a questa “nuova realtà” che non ce ne rendiamo nemmeno più conto. Ovviamente, parlo soprattutto delle persone che come me, da quando tutta questa merda è iniziata, pur non condividendo buona parte delle misure restrittive intraprese, le hanno sempre rispettate alla virgola, per senso civico e rispetto verso gli altri.
Ma ora sono stanca… e RIVENDICO il mio DIRITTO di LAMENTARMI, perché, a dirla tutta, mi sono rotta le palle dei falsi moralisti, di quelli che hanno pure da ridire se ti permetti di manifestare il tuo malcontento. Atteggiamento fascista, tra l’altro, perché significa arrogarsi il diritto di LIMITARE l’altro nel tentativo di impedirgli di essere un INDIVIDUO; significa metterlo in condizione di vergognarsi e nascondersi se si permette di anteporre, anche se solo in un pensiero o in una esternazione, il proprio disagio personale e i suoi bisogni, a quelli della collettività. Come se la vita del singolo, anche nelle emozioni (e non solo nei pensieri), dovesse omologarsi per “RISPETTO“, a quella di tutti quanti gli altri.
Già, RISPETTO, altra parola che va molto di moda ultimamente, peccato che buona parte di quelli che la invocano, non sappiano nemmeno da lontano che cosa significhi.
Io penso che NESSUNO debba permettersi di sindacare sugli altri, soprattutto se si tratta di scelte PERSONALI (che non nuocciono a nessuno) e di MALCONTENTO personale. Se si tratta della VITA degli altri. Perché bisogna smetterla di farsi BELLI con il culetto degli altri. Ciascuno di noi VIVE la propria VITA, con le difficoltà del caso, ciascuno di noi ha i suoi problemi e soprattutto, ciascuno di noi conosce i propri LIMITI. Quindi, per favore, BASTA fare i maestri di vita e i BULLI da strapazzo sulle spalle e sulla pelle degli altri.
Sono stanca, e in certi momenti faccio fatica a riconoscermi, perché mi sento arrabbiata, frustrata e intollerante e anche se continuo a rifugiarmi nelle cose che amo, mi manca l’esperienza, il contatto con la vita vera. Mi manca l’aria…
Comunque, sapete che vi dico? Fortuna che esiste il CIOCCOLATO! A casa mia non manca mai, ne compro sempre in quantità industriali, di tutti i tipi e tutti i gusti. Mi piace poter scegliere in base alle voglie del momento: fondente, fondente e nocciole, fondente e mandorle tostate, fondente al caffè e chi più ne ha, più ne metta… d’altro canto, chi mi segue da tempo su questo blog sa che qui, le parole e i dolci al cioccolato, non mancano mai.
E così, eccovi l’ennesima ricetta a tema. Queste tortine sono di un buono PAZZESCO! Soffici, scioglievoli, cioccolatose, profumate all’arancia, arricchite da qualche lampone (che potete anche omettere) e con quel pizzico immancabile di sale, esaltatore di gusto UNICO. Buone appena sfornate, quando il cuore è ancora caldo e fondente o anche fredde, quando il cioccolato si è leggermente rappreso, ma continua a rimanere cremoso.
Provatele, perché vi faranno sentire in pace già mentre le preparate… non vi dico come vi sentirete dopo il primo morso ;)
Ora è proprio tutto e visto che il weekend è ormai alle porte, vi auguro di trascorrere giorni sereni, per quanto possibile.
Un abbraccio e a presto.
M. xx


RICETTA PER TORTINE SOFFICI AL CIOCCOLATO FONDENTE SALATO, ARANCIA E LAMPONI
Per 12 tortine (o 6 muffin grandi)
Ingredienti
200 gr di cioccolato fondente
50 gr di burro leggermente salato
2 uova medie
60 gr di zucchero di canna integrale
30 ml di sciroppo d’acero
15 gr di maizena o fecola di patate
10 gr di cacao
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di lievito per dolciSOFFICI
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 arancia piccola bio (scorza grattugiata e succo)
2 vaschette di lamponi
q.b. di sale in fiocchi
Procedimento
Accendete il forno a 170 gradi.
Sciogliete 150 gr di cioccolato fondente a bagnomaria con il burro e il pizzico di sale. Sminuzzate la parte di cioccolato rimanente e tenete da parte.
Montate con le fruste le uova con lo zucchero e la vaniglia. Aggiungete il cacao, la maizena e il lievito setacciati. Aggiungete la scorza d’arancia grattugiata e il succo. Mescolate bene e completate con il cioccolato fuso con il burro (raffreddato) e con il cioccolato sminuzzato.
Distribuite il composto negli stampini, distribuite sulla superficie un po’ di sale e completate con due/tre lamponi (se gli stampini sono piccoli), una quantità doppia se sono grandi.
Infornate per circa 20/25 minuti. Le tortine devono risultate umide al centro.
Sfornate, e lasciate raffreddare o se preferite, gustatele anche calde, perché il cuore soffice, vi conquisterà.





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