Speravo di riuscire a pubblicare questo post ieri mattina, ma domenica sera, invece di mettermi a trascrivere la ricetta e caricare le foto qui sul blog, ho preferito continuare a godere del clima lento e rilassato del weekend lungo: divano, copertina e Netflix.
Un weekend piacevole, di quelli che ti lasciano la bocca buona e una sensazione di benessere addosso. Ho preparato tante cose buone e domenica mattina, ho sfornato un pane così perfetto, che mi son messa a viaggiare con la mente e a immaginare di avere una piccola boulangerie tutta mia, dove preparare tanti tipi di pane, la mia focaccia e pasticcini di pasta frolla, di quelli che ti lasciano il profumo di burro sulle mani.
Pochi tavoli, una libreria piena zeppa di libri di poesie, alcuni dei miei scatti appesi alle pareti e come sottofondo, tanta musica bella.
(Che poi, in realtà, per come la vedo io, la musica non è mai solo un “sottofondo” o qualcosa di marginale, anzi! Perché la musica che ascoltiamo, in un certo senso, è ciò che siamo.)
Un posticino piccolo e accogliente, dove sentirsi un po’ in vacanza, fuori dal tempo e fuori dal mondo… in una sola parola, dove sentirsi “in pace”.
Come dicevo, quelli appena trascorsi, sono stati giorni di riposo extra, dopo il mio piccolo viaggio a Barcellona, che da 16 anni a questa parte, è diventata un po’ la mia seconda casa. Sono rientrata in Italia giovedì pomeriggio, con gli occhi pieni di sole e la testa leggera di chi è stato tra le nuvole, e non solo in senso figurato.
Giorni di cui avevo tanto bisogno per staccare dalla mia quotidianità e respirare un’aria diversa, fatta di tanti posti belli, colori e sapori differenti. Sono tornata a casa rigenerata, carica e piena di nuove ispirazioni.
Certe volte, basta davvero poco per ritrovarsi e ricominciare a vedere il bicchiere mezzo pieno. Scrutare nuove occasioni, coglierle o semplicemente ricominciare a credere in sé stessi. Pensare a progetti nuovi, anche se piccoli, che però, già solo nell’idea, gratificano e appagano.
L’altalena, negli umori, appartiene un po’ a tutti. Ci sono momenti in cui tutto sembra nero, piatto e senza vie d’uscita. Ma poi, BUM! Ecco l’esplosione! Ci scomponiamo in 1000 pezzi, tutti sparpagliati sul pavimento a casaccio e poi, pian piano, ci ricomponiamo, e lentamente, ci rialziamo. E una volta in piedi, giriamo la testa e orientiamo lo sguardo verso una direzione diversa. Cambiamo prospettiva. Guardiamo un po’ lontano e un po’ vicino, focalizzando l’attenzione sulle piccole cose, su quelle che già ci appartengono, quelle che già teniamo tra le dita e sospirando, pensiamo alla vita, alla sua fragilità e a come sia troppo breve per sprecarla a piangersi addosso.
Mentre passeggiavo per La Rambla, mi sentivo viva: fiori ovunque, il cielo azzurro e tanti volti diversi; nel mercato de La Boqueria sembrava di essere nel mezzo di una di quelle feste che durano a oltranza, con i sensi a mille, persi in un vortice di stimoli. Voglia di toccare, annusare, assaggiare e comprare… Tanto di tutto. La bellezza vera, quella festosa e leggera, quella che somiglia a una tavolozza di colori.
È bello ritornare a respirare, tornare a sentirsi e ad ascoltarsi. È bello riprendere il filo dei dialoghi interiori interrotti. Sentire un’energia nuova che scorre nelle vene e con lei un senso di spensieratezza immotivato.
Perché non sempre esiste un “perché” per gli stati d’animo che ci attraversano. Sia quelli positivi, che quelli negativi. Ci accartocciamo e ci srotoliamo continuamente e forse, è anche giusto che sia così, perché nei momenti positivi, tutto sembra ancora più bello e buono.
Buono e soffice come questo ciambellone che ho preparato sabato mattina. Un dolce dal sapore “antico”, semplice e pulito. Di quelli che si annusano sempre un po’, prima di assaggiare, perché profumano di casa, di mamma, di nonna e di infanzia. Semplicissimo da preparare e anche molto veloce, ma allo stesso tempo magico. Un dolce che coccola in ogni momento della giornata, perfetto da solo o da inzuppare. Un dolce di quelli che non stancano mai, come le cose più vere e genuine.
Ora corro, perché è davvero tardi. Certe volte, quando mi metto a scrivere, il tempo vola e io un po’ mi perdo.
Buona giornata e alla prossima ricetta!
M.


Ciambellone sofficissimo alle clementine, panna e pinoli
Per uno stampo a ciambella da 26 cm di diametro
- 200 gr di farina 00
- 100 gr di fecola di patate
- 220 gr di zucchero semolato bianco
- 3 uova medie
- 140 gr di burro appena salato morbidissimo
- 60 ml di panna fresca
- 1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia ( o i semini di una bacca)
- 4 clementine (scorza grattugiata e succo 100 ml)
- 1 bustina di lievito per dolci
- q.b. di zucchero a velo
- q.b. di pinoli
Accendete il forno a 180°, in modalità statica e imburrate e infarinate lo stampo.
Lavorate con le fruste, a velocità medio-alta, le uova con lo zucchero, insieme alla vaniglia e alla scorza di clementine, fino a farle diventare chiare, gonfie e spumose.
Riducete la velocità e aggiungete il burro a pezzetti, e lavorate fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Aggiungete la farina e il lievito setacciati e infine panna e succo di clementine. Mescolate bene.
Trasferite il composto nello stampo, livellate e distribuite sulla superficie i pinoli. infornate per 30/35 minuti. Fate la prova con lo stuzzicadenti che dovrà risultare perfettamente asciutto.
Sfornate il dolce e fatelo raffreddare nello stampo, sformatelo e cospargete con zucchero a velo a piacere.



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