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I miei auguri per voi, racchiusi nella bellezza dell’imperfezione di una brioche

Sono sempre stato attratto non da qualche bellezza quantificabile, esteriore, ma da qualcosa in fondo, qualcosa di assoluto. Così come alcune persone hanno un segreto amore per le piogge, i terremoti, o i blackout, mi è piaciuto quel qualcosa di indefinibile.”

– Haruki Murakami | a sud del confine, a ovest del sole

 

Jeff Buckley | Lilac Wine

Ormai ci siamo… siamo a un passo da Natale e dalla fine di questo strano anno. Strano e inaspettato, in tutti i sensi. Un anno che, per quanto mi riguarda, era cominciato nel migliore dei modi, mentre mi trovavo in viaggio a Breslavia, luogo incantevole, che a distanza di 12 mesi, continua a colorare e riscaldare i miei ricordi e i miei pensieri; un anno nel quale avevo riposto tantissime aspettative.

Mi piaceva il profumo di cannella e zucchero filato con cui era iniziato; i mercatini di Natale e la sensazione di calore quando stringevo tra le mani una tazza di Chai latte fumante. Tutta la bellezza che avevo attorno mi nutriva e io mi sentivo allo stesso tempo serena e curiosa; desiderosa di vivere e scoprire tutto quello che sarebbe arrivato. Mi sentivo viva e piena di energia, pronta a combattere e a prendere più che potevo dai giorni che avevo davanti… 

Poi è successo quel che tutti sappiamo e le mie aspettative e i miei progetti si sono sgretolati pian piano, giorno dopo giorno, senza che io potessi fare nulla per impedirlo.

Un anno in bilico, questo 2020… tra alti (pochi, in realtà) e  molti bassi.

Ci siamo ritrovati catapultati in una realtà fatta di paure e incertezze e abbiamo lottato – e ancora lo stiamo facendo – per cercare di dare un senso a questi ultimi mesi, in cui, personalmente, sento di aver vissuto a metà. Ciascuno di noi, chi più chi meno, ha lasciato e sta lasciando tanto a questo 2020. C’è chi ha perso ciò che aveva, chi ha dovuto rinunciare ai suoi sogni, chi non ha più un lavoro, chi arranca, chi si è ammalato, chi ha perso persone che amava e chi ha perso la sua stessa vita. 

Un anno difficile, che si è portato via tanto, lasciando in cambio molto poco.

Un anno in cui, comunque, ciascuno di noi si è ritrovato a costruire o ricostruire qualcosa e a farlo in modo diverso da come avrebbe pensato e voluto, con tutti i limiti, le rinunce e le difficoltà del caso. 

Un anno che ci ha insegnato quanto importante sia riuscire a reinventarsi, anche nei pensieri, e adattarsi a una realtà incontrollabile e nuova. 

Un anno che ci ha limitati negli spostamenti, nei contatti sociali, nel modo di vivere il nostro quotidiano e nei gesti più piccoli e semplici.

Un anno in cui siamo stati sottoposti a un bombardamento mediatico senza precedenti, sempre e solo gli stessi messaggi, molti dei quali volti a farci vedere l’altro come un potenziale “nemico” da cui difenderci. Niente baci, niente abbracci, niente chiacchiere in intimità, niente sorrisi da mostrare o vedere…

Un anno fatto quasi esclusivamente di lavoro, per chi ha ancora la fortuna di averne uno, in cui mi sono ritrovata a ringraziare per le giornate trascorse in ufficio insieme ai miei colleghi, perché quelle giornate, e non pensavo che un giorno mi sarei ritrovata a fare un’affermazione del genere, sono state fondamentali per trasmettermi un senso di “normalità” e calore umano.

Quel prepararmi tutte le mattine per uscire di casa e andare a lavorare ha dato uno scopo alle mie giornate tutte uguali: vestirmi, truccarmi e prendermi cura di me stessa è stato fondamentale per il mio benessere psicofisico. 

Però, chi mi legge da un po’, sa che io non sono capace di vedere la cose da un solo punto di vista e che nonostante sembri quasi impossibile ammetterlo, in questo 2020 ci sono state anche cose belle, che meritano di essere salvate.

Mai, come quest’anno, mi sono ritrovata a viaggiare pur restando ferma. Ho continuato a coltivare i miei sogni e a coccolare desideri; ho ricominciato a fare progetti e a rifugiarmi nelle mie passioni e ho compilato una lista lunghissima di cose da fare, nuovi posti da vedere e luoghi del cuore in cui tornare: Milano è in cima alla lista e ne parlavo proprio l’altra sera con mia sorella. 

I sogni bisogna tenerli sempre bene in vista, non bisogna rinunciarci mai, anche quando la razionalità tende a prendere il sopravvento, non dobbiamo mai smettere di nutrire il bambino che è in noi; il nostro lato più fragile e vibrante. Il nostro lato più folle, quello che che ci fa credere nell’impossibile e che ci fa continuare a sperare che un futuro migliore può esistere e che siamo noi, per primi, a doverci impegnare per rendere ogni singolo giorno speciale e meritevole di essere non solo vissuto, ma anche ricordato. 

Così, anche quando ci sentiamo stanchi, demotivati e vediamo solo nebbia attorno a noi, dobbiamo avere la forza di reagire e rifugiarci nelle cose che ci fanno stare bene. Musica nelle orecchie e via… andare. Andare sempre.

Questo 2020, nonostante tutto, mi ha portato tante cose belle e ne ha confermate altrettante… l’amore della mia famiglia e il sapere che posso sempre contare su di loro; rapporti importanti che sono cresciuti ancora di più; tanti nuovi amici speciali, con cui, anche a distanza, ci si sente vicini e tante esperienze che mi stanno arricchendo come persona, quella con gli amici di Loudd, su tutte.

Ho letto tantissimo, più del solito e ho raccontato tantissimi libri (qui); ho ascoltato tantissima musica bella e ho anche stilato una classifica tutta mia, che potete trovare qui e continuo a credere che a dispetto di tutto, la vita meriti di essere vissuta, anche se certe volte ci fa male, ci mette davanti a prove difficili e ci scombina tutti i piani. Anche se certe volte si fa fatica a trovare una logica e un senso nelle cose…

La vita è sostanzialmente un gran casino. È imperfetta. Ed è nelle imperfezioni che si nasconde la vera bellezza. Perché nelle imperfezioni trova spazio l’unicità e la sorpresa. Un po’ come quando questa brioche, in modo del tutto inaspettato, è “esplosa” in cottura, dando vita a questa forma gobbuta e bitorzoluta su un lato.

Che vi devo dire? Quando l’ho vista crescere in questo modo inusuale, l’ho trovata bellissima e ho provato tanta tenerezza, e non saprei nemmeno spiegarvi il perché, ma mi sono commossa.

So solo che quando l’ho sfornata mi sembrava di essere a Parigi: il profumo di burro e cannella, la superficie fragrante, la morbidezza e il modo unico in cui “cantava” mi hanno inebriata e rasserenata. 

E allora oggi più che mai, stringiamo i denti e continuiamo ad andare avanti, con lo sguardo puntato sul presente e sulla vita che abbiamo tra le dita, da cui dobbiamo attingere a piene mani, senza risparmiarci, con consapevolezza, speranza e magari, anche un pizzico di fortuna, che quella, si sa, non guasta mai. È nel presente che, giorno dopo giorno, costruiamo un pezzettino del nostro futuro.

Chi ci ama, anche se è distante, ci aspetta, ci pensa e ci sta vicino con il cuore. Spero che tutti, ma proprio tutti, anche chi non potrà avere la propria famiglia accanto e chi ha perso affetti importanti (un pensiero va inevitabilmente a te, Donato, che non ci sei più), possa trovare un po’ di serenità e speranza a cui aggrapparsi.

Vi auguro un sereno Natale e un Buon Anno Nuovo, che la bellezza dell’imperfezione possa riempirvi gli occhi e il cuore.

Con affetto,

M. xx

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Brioche farcita al burro, zucchero, arancia e cannella

Per uno stampo da plumcake da 24x11 cm
Portata Pane
Cucina Italiana
Keyword Brioche,, Cannella, Natale

Ingredienti

  • Per l'impasto
  • 300 gr di farina manitoba
  • 120 ml di latte di mandorla (o altro a piacere)
  • 35 gr di zucchero semolato bianco
  • 35 ml di sciroppo d'acero (o 35 gr di miele d'acacia)
  • 110 gr di burro salato morbidissimo
  • 2 uova medie
  • 7 gr di lievito di birra secco
  • 1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia ( o i semini di una bacca)
  • 1 uovo sbattuto per spennellare
  • q.b. di sale in scaglie per la superficie della brioche
  • Per la farcitura
  • 50 gr di burro appena salato morbidissimo
  • 50 gr di zucchero di canna
  • 2 cucchiaini di cannella
  • 1 cucchiaio di sciroppo d'acero (o mezzo di miele)
  • 1 arancia (la scorza grattugiata)

Istruzioni

  • Mettete nel cestello della planetaria tutti gli ingredienti, eccetto il burro, e lavorate a bassa velocità, con il gancio impastatore, per 4/5 minuti o fino a quando non si formerà una massa omogenea.
  • Aumentate la velocità dell'impastatrice portandola a media e dopo circa un minuto, cominciate ad aggiungere il burro. Il burro dev'essere morbidissimo.
  • Aggiungete un pezzetto di burro per volta e prima di aggiungerne altro, accertatevi che sia stato completamente incorporato nell'impasto. 
  • Continuate a lavorare l'impasto a media velocità, fino a quando non risulterà liscio e ben amalgamato. Potrebbero bastare 10 minuti come anche 20 o di più. Se notate che l'impastatrice si surriscalda, spegnete, coprite il cestello con pellicola e attendete prima di ricominciare a lavorarlo.
  • L'impasto sarà pronto quando si staccherà completamente dalle pareti della planetaria e noterete che tenderà a non appiccicarsi più alle mani. La prova del 9 è il test della "finestra" che consiste nel prendere un pezzetto d'impasto e allargarlo tra le mani. Se non si strappa e la "trasparenza" della finestra è buona, vuol dire che l'impasto è pronto. Caso contrario, continuate ad impastare :)
  • Trasferite l'impasto in una ciotola, coprite con pellicola, lasciate lievitare a temperatura ambiente per un'ora, in un luogo riparato e poi trasferite in frigo per un minimo di 12 ore, fino a un massimo di 30. 
  • Togliete l'impasto dal frigo e tenetelo a temperatura ambiente per 30 minuti.
  • Mescolate in una ciotola tutti gli ingredienti indicati per la farcitura, fino ad ottenere una cremina liscia.
  • Imburrate lo stampo, infarinate leggermente un piano di lavoro e adagiateci l'impasto. Con l'aiuto del mattarello, stendetelo in un rettangolo e immaginate di dividerlo virtualmente in 3 parti. Portate la parte di sinistra verso il centro, fermandovi ai 2/3 del rettangolo e ripetete la stessa cosa con il lato destro. Girate l'impasto di 90 gradi, stendetelo nuovamente e ripetete le stesse pieghe. Avrete d'avanti a voi l'impasto ripiegato a libro, a questo punto, dovrete dargli delle pieghe: dovete portare i 4 lembi dell'impasto verso il centro. A questo punto, coprite e lasciate riposare per 20 minuti.
    (Questa operazione di pieghe non è indispensabile, volendo, potete passare direttamente al punto successivo, però, favorisce lo sviluppo verso l'alto della brioche)
  • Stendete nuovamente l'impasto in un rettangolo di circa 14x30-32 cm. Lo spessore sarà di circa 1 cm e mezzo. Se necessario, potete utilizzare un po' di farina.
  • Spalmate la crema sulla superficie della brioche, lasciando liberi 2 cm di bordo circa e arrotolatela bene.
  • Trasferitela nello stampo e incidete la superficie con un coltello (così come nella foto). Coprite con pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio. Il tempo varierà in funzione della stagione e della temperatura. 
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  • Accendete il forno a 180°, modalità ventilata. Prima di infornare la brioche, spennellate la superficie con l'uovo sbattuto e poi completate con il sale in scaglie. Infornate per circa 25/30 minuti. Qualora dovesse prendere troppo colore, dopo i primi 10 minuti, portate la temperatura a 170°. 
  • Sfornate la brioche e fatela raffreddare completamente nel suo stampo.

Note

Volendo potete evitare il riposo in frigo e far lievitare l'impasto a temperatura ambiente fino al raddoppio e poi, dopo avergli dato la forma, farlo lievitare per la seconda volta nello stampo. Però, in base alla mia esperienza, il riposo in frigo, è fondamentale per ottenere una brioche soffice e leggera. Quindi, siate pazienti, quando si tratta di lievitati, la pazienza ripaga sempre ;)
Abbiate cura di conservarla in un sacchetto di plastica, quelli per il freezer andranno benissimo. 
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🍂🍁🍂🍁

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L'articolo I miei auguri per voi, racchiusi nella bellezza dell’imperfezione di una brioche proviene da Dafne's Corner ..."il Gusto".


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